Pochi contoterzisti hanno risposto al questionario realizzato dall'Osservatorio Smart AgriFood e proposto da Uncai. Occorre più attenzione alle macchine datate che potrebbero diventare digitali
ROMA – Uncai ringrazia tutti gli agromeccanici che, tra settembre e ottobre, hanno risposto al sondaggio su contoterzismo e digitalizzazione. Al questionario, elaborato dall’Osservatorio Smart AgriFood, hanno risposto circa 30 aziende sulle 1000 imprese agromeccaniche coinvolte, il 3% del totale. Le risposte, arrivate in grande parte dal Nord Italia, non consentono di trarre delle conclusioni sul grado di digitalizzazione del comparto agromeccanico, anche se dai questionari compilati emerge che i due terzi dei contoterzisti raccolgono informazioni attraverso sensori avanzati, centraline meteo e satelliti e le rielaborano attraverso programmi atti a svolgere operazioni di campo più efficaci.
Tuttavia si può cercare di capire perché il questionario abbia suscitato un limitato interesse. Uno dei motivi potrebbe essere la percezione che l’agricoltura “smart” richieda attrezzature e macchine nuove e quindi ingenti investimenti, se non addirittura una radicale ristrutturazione aziendale.
Nell’attuale fase di trasformazione 4.0 dell’agricoltura, le imprese costruttrici impegnate nella realizzazione di software e sensori “intelligenti” potrebbero quindi concentrarsi maggiormente sulla realizzazione di soluzioni di agricoltura digitale applicabili anche su macchine datate. Occorrono cioè soluzioni progettate per facilitare l’ingresso nell’era digitale alle macchine analogiche già impegnate in campo. Sistemi bluetooth Beacons, GPS (Global Positioning Systems) e RFID (radio-frequency identification), insieme ai software, possono digitalizzare e connettere anche vecchie macchine agricole, ma occorre un maggiore livello di standardizzazione e compatibilità delle interfacce, dei formati dei dati, della gestione dei sistemi, delle infrastrutture di telecomunicazione, della raccolta e dell'analisi dei dati e delle regole per la sicurezza.
Il settore manifatturiero ha già affrontato questa transizione tecnologica cogliendo e superando le criticità derivanti da sistemi digitali concorrenti e non compatibili. Tocca ora al settore agricolo seguire la strada della standardizzazione.