ROMA – "Un cambiamento da coltivare insieme" è il titolo della lunga intervista che Il Giornale del rivenditore agricolo di maggio/giugno dedica al presidente di Uncai Aproniano Tassinari. Dopo averne ripercorso la vita professionale, la giornalista Alice Borsani invita il presidente di Uncai a riflettere sul futuro del comparto agricolo nel nostro Paese.
"Sin dall’inizio, il mio approccio si è basato sulla collaborazione di filiera. Perché le problematiche di settore richiedono la coesione di parti che sono naturalmente complementari", afferma Tassinari. "È necessario trovare un punto di osservazione condiviso che consenta ai diversi interlocutori di lavorare sulle specifiche problematiche di ciascun comparto ma con un obiettivo comune".
Tuttavia l'agricoltura italiana non sembra ancora attrezzata per dotarsi di una strategia condivisa. "Il settore negli ultimi anni è davvero cambiato: nuovi interlocutori, nuovi investitori, nuove esigenze, la necessità, per tutti, di gestire un avanzamento tecnologico impressionante. L’intero comparto, come lo conoscevamo prima, non c’è più. Il cambiamento è destabilizzante e tutti dobbiamo ancora capire come viverlo. Perché una cosa è certa: se non ne sei protagonista, sei perdente in partenza".
La sostenibilità ambientale, la revisione dei mezzi agricoli e il miglioramento dei processi produttivi metteranno sempre più al centro l'importanza dell'innovazione e degli agromeccanici: "Il tasso tecnologico oggi richiesto in agricoltura è elevatissimo e le sfide non mancano. Quello che manca è l’informazione su cosa significa davvero fare agricoltura oggi. Ci sono stereotipi legati alla vita nei campi che non aiutano, anzi limitano lo sviluppo del settore". Qual è dunque la soluzione? "Una ricetta non c’è ma sono convinto del fatto che se perde l’agricoltura l’Italia sarà perdente in tutti i settori. L’agricoltura rimane lo zoccolo duro del sistema economico di un Paese. Non bisogna affrontare con superficialità il problema del suo sviluppo. Agricoltori, contoterzisti, costruttori e concessionari devono essere molto uniti a livello di filiera per potersi garantire un futuro competitivo nel mondo globalizzato".
Tutta l’intervista su www.blog.contoterzisti.it