UNCAI e CAI insieme per un convegno su Contoterzismo e Agricoltura di precisione all’Accademia dei Georgofili. Tassinari: “Il futuro dell’agricoltura italiana è legato a quello dei contoterzisti, la politica deve tenerne conto”
Contoterzisti, ricerca e istituzioni si sono incontrati ieri, presso l’Accademia dei Georgofili di Firenze, per definire i contenuti di un convegno su Contoterzismo e Agricoltura di precisione che si svolgerà in novembre, sempre presso la sede della più antica istituzione di agricoltura al mondo, nella Torre de’ Pulci (Logge degli Uffizi Corti). Per gli agromeccanici erano presenti una delegazione di UNCAI guidata da Aproniano Tassinari, una del CAI con Leonardo Bolis e Silvano Ramadori e una di APIMAI Ravenna, fautrice dell’iniziativa, con Roberto Tamburini e Roberto Scozzoli. Per la ricerca sono intervenuti Stefano Baldi (Nomisma), Giampiero Maracchi, Pietro Piccarolo e Carlo Chiostri (Georgofili): per le istituzioni Salvatore Parlato e Ida Marandola (Crea).
“L’incontro – il commento del presidente di UNCAI Aproniano Tassinari – ha permesso di definire le linee del convegno di novembre che cercherà di mettere in piena luce il valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale del lavoro dei contoterzisti. Al convegno saranno coinvolti anche Mipaaf e DG Agricoltura della Commissione Europea e dovrà passare forte e chiaro il messaggio che il futuro del sistema agricolo italiano passa attraverso gli agromeccanici, condizione necessaria per l’innovazione e la sostenibilità in agricoltura”.
Il dibattito ha analizzato il ruolo strategico di un contoterzismo qualificato nella frammentata realtà agricola italiana per garantire sicurezza, permettere la digitalizzazione del comparto e la diffusione di smart farms e per la tutela del suolo e del prodotto agricolo, soprattutto quando i prezzi delle commodities non sono remunerativi. “I benefici dei servizi offerti dagli agromeccanici alle aziende agricole e al territorio hanno già un solido riconoscimento scientifico – prosegue Tassinari –. Ciò che manca è una politica agricola che ne tenga conto, coinvolgendo gli agromeccanici qualificati nelle decisioni e supportandone il lavoro attraverso fondi dedicati e accesso al credito, coerentemente con l’intenzione di favorire la diffusione del precision farming e di proiettare l’agricoltura dell’Italia nel futuro”.