Tassinari, UNCAI: “La revisione dei mezzi agricoli diventi un’opportunità per le aziende e per i giovani specializzati in meccanica agricola”
Si è da poco concluso il corso in Meccanica e Innovazione organizzato dai Contoterzisti APIMA UNCAI di Cremona per gli studenti del quinto anno dell’istituto di agraria locale. Il corso nasceva per colmare, almeno in parte, la scomparsa in tutti gli istituti di agraria, sia tecnici sia professionali, di meccanica agraria, oggi trattata velocemente in altre materie. “L’eliminazione di meccanica agraria, avvenuta senza che si chiedesse il parere alle aziende e alle organizzazioni di contoterzisti e agricoltori ha fortemente indebolito la formazione professionale dei diplomati e ridotto le loro possibilità occupazionali”, osserva il presidente di UNCAI Aproniano Tassinari che segnala al ministero dell’Istruzione e a quello delle Politiche agricole il rischio di far perdere ai giovani le opportunità occupazionali che si apriranno con la revisione dei mezzi agricoli: “Se non ci saranno altri rinvii, entro il 2017 i mezzi agricoli più vecchi, quelli immatricolati prima del 1974, dovranno essere revisionati. Seguiranno, nel 2018, quelli immatricolati tra il 1974 e il 1990 e così via. Sono previste 300.000 revisioni all’anno, almeno fino al 2020. Un picco di lavoro che difficilmente potrà essere supportato dalle sole officine meccaniche già specializzate in mezzi agricoli”.
Dopo il decreto che ha disposto la revisione obbligatoria delle macchine agricole a partire dal 30 giugno, contoterzisti, agricoltori e costruttori dei mezzi attendono da un anno un secondo, annunciato, decreto ministeriale che definisca le modalità con cui eseguire la revisione e le linee guida per l'individuazione delle officine autorizzate a effettuare i controlli. Tuttavia autorizzare un'officina non significa renderla competente sulle trattrici. La necessità di seri percorsi formativi per meccanici specializzati in mezzi agricoli va di pari passo con il rischio di veder affidata la revisione a officine meccaniche generiche, autorizzate solo sulla carta o dopo un rapido corso. “Il capitolo officine autorizzate è ancora tutto da scrivere”, sottolinea il presidente di UNCAI. “Vista la carenza di meccanici che abbiano studiato agraria, abilitare ugualmente officine generiche costituisce un rischio. In agricoltura il processo di lavorazione e trasformazione del prodotto inizia già in campo attraverso le macchine. Una revisione fatta da meccanici che non conoscono il processo produttivo nel quale si inseriscono i diversi mezzi rischia di riconsegnare alle aziende agricole e conto terzi strumenti ingessati, depotenziati, con un aumento dei costi di gestione aziendale”.
La sicurezza è irrimandabile. Tuttavia la revisione e le norme non devono incidere sul principio di sostenibilità economica delle aziende. “Al contrario devono diventare un’opportunità per migliorare la gestione delle imprese. Inoltre la revisione può diventare un’opportunità occupazionale per i giovani degli istituti di agraria. Perché ciò avvenga, occorre però creare una sinergia di intenti tra tutti gli attori coinvolti nella definizione dei criteri di accredito delle officine e colmare il gap in meccanica agraria degli studenti”, conclude il presidente di UNCAI Aproniano Tassinari.