Lavorare insieme a una legge sui Sistemi di rete tra contoterzisti e agricoltori per arrestare l’emorragia di terreni e aziende agricole fotografata dall’Istat, contrastare caporalato e lavoro sommerso e incrementare innovazione e reddito
“Dati che devono fare riflettere, quelli del censimento dell’agricoltura, e suggeriscono che, per arrestare la crisi di un settore che continua a perdere terreno e aziende, sono urgenti forti riforme nella direzione di una collaborazione sempre più stretta tra agricoltura e contoterzismo”.
Il presidente dei Contoterzisti UNCAI Aproniano Tassinari vede nella valorizzazione e nel riconoscimento del lavoro dei contoterzisti uno strumento per arginare la crisi dell’agricoltura italiana fotografata dall’Istat che mostra come nel 2013 le aziende siano diminuite del 9,2% e la superficie agricola utilizzata del 3,3% (con picchi del 5,7% nel nord ovest), rispetto al 2010 con un aumento, però, della dimensione media delle aziende agricole, passata da 7,9 a 8,4 ettari.
“Il quadro che esce è di un’agricoltura in ritirata anche sul versante degli addetti, perché non riesce a fare abbastanza reddito e a rinnovarsi. Anche il dato che vede aumentare considerevolmente il numero di aziende agricole multifunzionali, perché produttrici anche di energia rinnovabile o perché trasformano direttamente i loro prodotti, rischia di subire il contraccolpo delle nuove politiche sugli incentivi per le fonti rinnovabili varate dal Governo”, è l’analisi del presidente di Uncai per il quale occorre insistere nel fare rete tra agricoltura e contoterzismo.
“Una legge sui sistemi di rete tra agricoltori e contoterzisti, come quella sulla quale la senatrice Leana Pignedoli (vicepresidente Commissione agricoltura al Senato) sarebbe interessata a lavorare insieme a Uncai nel segno del Piano Nazionale dell’agricoltura di precisione prospettato dal ministro Maurizio Martina, permetterebbe di dare una risposta di qualità e strutturale anche a forme di caporalato diffuso, favorendo il consolidamento dei diritti dei lavoratori attraverso la collaborazione trasparente e professionale tra aziende agricole e imprese conto terzi”.
Sistemi di rete regolamentati, oltre a favorire l’emersione del lavoro sommerso, “permetterebbero anche di impedire lavorazioni improvvisate che impoveriscono i terreni – aggiunge Tassinari – e darebbero slancio a occupazione, produttività e innovazione, le uniche vie che possono fornire una risposta concreta alla tentazione di abbandono dei terreni con conseguente erosione in favore delle città e dissesto idrogeologico. Per questo è fondamentale non perdere altro tempo e coinvolgere tutte le organizzazioni che rappresentano il comparto primario nello studio di una legge chiara che faciliti e incentivi una stretta collaborazione fra le due anime dell’agricoltura, le aziende agricole e le imprese contoterziste”.