L’agricoltura a Roma incontra le Istituzioni
“Agricoltura È”: un evento unico per ricordare ai decisori politici che senza agricoltura non c’è né futuro né pace
Roma 24 marzo 2025 - In Italia, si sa, l’agricoltura e la politica non sempre sono andate a braccetto. Come non ricordare il celebre episodio raccontato dal presidente Uncai, Aproniano Tassinari, su quel funzionario ministeriale convinto che le cavabietole e le mietitrebbie fossero la stessa cosa? A volte, però, le distanze si accorciano: il villaggio tematico “Agricoltura È”, allestito in Piazza della Repubblica dal Ministero dell’agricoltura e da Federunacoma, si propone come un ponte del tutto nuovo.
“Finalmente, uno dei settori strategici per la Nazione si avvicina ai luoghi delle decisioni”, commenta Tassinari. E così, fino al 26 marzo, oltre 3.000 metri quadrati nel cuore della Capitale si trasformeranno in un palcoscenico dedicato all’agricoltura. Non è un caso che l’iniziativa coincida con l’anniversario dei Trattati di Roma, firmati il 25 marzo di 68 anni fa: un’occasione simbolica per ricordare quanto l’agricoltura abbia radici profonde nei principi fondanti dell’Europa.
Il villaggio è un vero inno al ruolo cruciale dell’agricoltura. Parliamo di molto più che cibo: ambiente, sicurezza alimentare, innovazione, promozione del Made in Italy e, perché no, pace. “I cittadini hanno già capito tutto: l’agricoltura italiana è tradizione, ma anche futuro. Quello che invece pare meno chiaro è il messaggio alle istituzioni. Speriamo che un evento così al centro di Roma possa svegliare anche i più distratti”, afferma Tassinari. “In tempi in cui l’Europa sembra passare dagli slogan ambientalisti a quelli bellicisti, riportiamo l’attenzione su ciò che conta davvero.”
La tre giorni romana vedrà alternarsi numerose figure di spicco, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. E poi, il Commissario europeo all’Agricoltura e all’Alimentazione, Christophe Hansen. “vedremo se darà seguito alla sua recente dichiarazione che i fondi della PAC non dovrebbero andare ai grandi consorzi industriali che controllano l’intera catena del valore. Sarebbe interessante anche sapere cosa resta oggi, a Bruxelles, dei Trattati di Roma e della loro idea di una politica agricola comune come strumento di pace”, commenta il presidente di Uncai.
Infine, un invito accorato: “Riflettiamo sul ruolo cruciale dell’agricoltura. Quando il settore prospera, porta con sé maggiore sicurezza alimentare, sviluppo industriale e commerciale e meno conflitti. Dove ci sono risorse alimentari e ambientali gestite in maniera equa, ci sono moderazione e stabilità sociale. Senza una base agricola solida, difficilmente si potrebbero sostenere, sviluppare e mantenere tutti gli altri settori. In un momento in cui tutti parlano di transizione ecologica ed energetica, riportiamo l’agricoltura al centro del dibattito. Non solo innovazione e sostenibilità: pensiamo anche alla ricostruzione di un futuro di pace attraverso l’agricoltura. L’agricoltura è... pace, la pace va letteralmente coltivata”, conclude Tassinari.