Uncai: “Le istituzioni sostengano i contoterzisti per affrontare le sfide climatiche e innovare l’agricoltura italiana”
“Chi ha mai immaginato che un giorno dovessimo parlare di nuove geografie dell’agricoltura?” ha esordito il vice presidente di Uncai, Clevio Demicheli, durante il seminario “Transizione Climatica e Adeguamento delle Pratiche Colturali” organizzato dall’Unione Nazionale Contoterzisti e Confagricoltura nel corso di Eima, la Fiera internazionale dedicata alla meccanizzazione agricola tenutasi a Bologna. “L’agricoltura sta vivendo un momento critico, tra siccità e fenomeni meteorologici estremi: che cosa si può fare?”.
Secondo un recente Focus dell’Istat intitolato “Misure statistiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici: realtà in ambito urbano e nuove geografie per l’agricoltura”, la transizione climatica sta rimescolando le carte in tavola per il settore agricolo. “L’adattamento a queste ‘nuove geografie’ richiede uno sforzo concertato e una capacità imprenditoriale senza precedenti. Non è più possibile seguire con tranquillità i programmi aziendali, neppure per un’impresa agromeccanica”, ha evidenziato Demicheli. La vocazione secolare di alcune zone è ora messa in discussione sia in termini di quantità che di qualità delle colture.
Nelle difficoltà si celano però sfide e opportunità. “Tra pionierismo e incoscienza, dobbiamo osare e cercare qualcosa di nuovo per le aziende agricole per poter continuare a fare il nostro mestiere. I contoterzisti, nel loro ruolo cruciale di innovatori, sono pronti a rispondere alle sfide climatiche e a garantire un futuro sostenibile per l’agricoltura italiana”.
In questo contesto di incertezza e cambiamento, i contoterzisti agromeccanici emergono come pilastri dell’innovazione e degli investimenti nel settore agricolo. Grazie alle economie di scala e alla capacità di fare massa critica, sono in una posizione unica per rispondere positivamente alle sfide climatiche. “Essi rappresentano quella voce variabile di bilancio che crea serenità negli agricoltori, permettendo loro di introdurre innovazioni che migliorano la quantità, la qualità e la sostenibilità delle produzioni”.
Tuttavia, anche i contoterzisti stanno attraversando un periodo di difficoltà. Quasi un anno di piogge incessanti ha reso impossibili molti interventi e lavorazioni agromeccaniche, compromettendo irrimediabilmente il fatturato del settore. “È fondamentale che le istituzioni tengano conto di questa realtà e intervengano per sostenerci in questo momento critico”. È l’appello lanciato da Uncai. Non basta avere la macchina migliore quando in un’ora cadono 80 mm di pioggia, quando piove incessantemente o quando non piove affatto per tanti mesi: serve un terreno ben drenato, una rete irrigua efficiente e una scelta ponderata delle colture.
Gli agricoltori hanno sempre dovuto adattarsi a condizioni climatiche e di mercato in continua evoluzione, spesso abbandonando le tradizioni. I contoterzisti accelerano questo processo, oggi più urgente che mai, garantendo non solo di produrre tanto e bene, ma anche di produrre in modo sostenibile. Un modello produttivo basato sulla collaborazione fra agricoltori e contoterzisti non solo è più resiliente, non solo può essere un faro per il futuro dell’agricoltura italiana. Garantisce al settore agricolo maggiori possibilità di riconnettersi al tessuto sociale, ricostruendo le fila di un discorso positivo che riconosca in modo pieno il suo ruolo di “custodi del territorio”: “Forse, con un maggiore controllo affidato proprio agli agricoltori e ai contoterzisti, alcuni fenomeni di dissesto idrogeologico si sarebbero stati evitati”.