Aproniano Tassinari: “Agromeccanici professionisti alla conquista del futuro agricolo, superando le barriere normative”
Ciascuno di noi potrebbe dare una diversa interpretazione di quello che è il presente e, meno che mai, di quello che sarà il futuro. Tuttavia, una visione del futuro dell’agromeccanica emerge con chiarezza dalla direzione presa dall’industria e dagli utilizzatori principali dei mezzi agricoli: i contoterzisti. “La mia visione è sicuramente soggettiva, quindi non è detto che sia esaustiva o corretta, ma è quantomeno un punto di partenza per attivare un dibattito,” afferma Aproniano Tassinari, presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti UNCAI. “La sfida del futuro è enorme. Le macchine autonome sono al centro di ogni visione dell’agricoltura. Sebbene fossero già immaginate decenni fa, ora le tecnologie sono mature. Tuttavia, mancano ancora norme che consentano di sfruttarle appieno”.
Il contesto attuale è complesso. L’incremento demografico richiede un’agricoltura in grado di sfamare una popolazione in crescita. Le abitudini alimentari cambiano, con un aumento del consumo di proteine e prodotti più onerosi da produrre. La perdita di suolo è costante, e l’aspetto ambientale, dai cambiamenti climatici all’aumento dei gas serra, richiede attenzione. Progettare macchine agricole significa considerare tutto questo: sia gli aspetti produttivi sia quelli ambientali.
“L’agricoltura di precisione ha dimostrato che possiamo ottenere produzioni migliori nonostante la perdita di suolo, riducendo l’uso di carburante, acqua e fertilizzanti,” spiega Tassinari. Ma dobbiamo affrontare anche la riduzione del personale. Qui entra in gioco l’automazione, che permette di svolgere operazioni senza il costante intervento umano.
Inoltre per ridurre la compattazione del suolo, servono veicoli più leggeri e piccoli. Ma se riduciamo le dimensioni delle macchine, dobbiamo gestire una flotta anziché un singolo trattore. L’automazione diventa cruciale: macchine autonome che possono lavorare in parallelo, riducendo il peso sul terreno.
“Le aziende stanno sviluppando trattori, rover e droni autonomi, scalabili e flessibili. Queste macchine, svincolate dagli schemi tradizionali, riducono la compattazione del terreno e migliorano l’efficienza. Tuttavia, le normative europee richiedono ancora un operatore a distanza di vista, pronto a riprendere il controllo del mezzo in ogni momento. Questo limita l’uso delle flotte di macchine autonome”, prosegue Tassinari. “La sfida è proprio questa,” aggiunge. “Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra l’automazione e la sicurezza. Le macchine autonome permettono di svolgere una serie di operazioni in automatico, senza il costante e continuo intervento dell'uomo. Permettono di ridurre i consumi, le emissioni e ogni altro fattore ostile all’ambiente, di lavorare su grandi estensioni ma con un dettaglio e una precisione spaziale accuratissime. Lo scenario cambia, ma dobbiamo superare le restrizioni normative e permettere ai robot di agire in modo indipendente.”
La visione del futuro richiede quindi un cambio di mentalità. Dobbiamo ripartire dal foglio bianco, immaginando soluzioni innovative. “Le persone coinvolte dovranno avere profili professionali diversi, e i servizi esterni, come i contoterzisti 4.0, avranno un ruolo cruciale. La strada verso un’agricoltura più sostenibile ed efficiente passa attraverso l’adozione intelligente e professionale della tecnologia”, afferma il presidente di Uncai, riferendosi alla proposta legislativa dell’Albo degli agromeccanici. “Il futuro dell’agromeccanica e del contoterzista è ancora da scrivere, ma una traccia ben visibile di quello che sarà c’è già. Quando riusciremo a trasferire la tecnologia di punta in campo, avremo un’agricoltura più resiliente e all’avanguardia. È il momento di pensare diversamente e di ripartire dal foglio bianco”.