Demicheli: “Negli ultimi 20 anni le aziende conto terzi si sono quasi dimezzate. Chi rimane è sempre più competitivo, professionale e pronto all’innovazione”
CREMONA – “Siamo a una nuova tappa del lungo cammino dell’Associazione degli Agromeccanici cremonesi”, così il presidente di Apima Cremona, Clevio Demicheli, venerdì 16 febbraio, ha aperto l’assemblea annuale al Palace Hotel di Cremona, organizzata grazie al contributo di Gobbi Macchine Agricole (marchio Valtra) e Trelleborg.
Il presidente Demicheli, nel suo discorso, ha invitato il governo a ridurre il peso della burocrazia e il costo del carburante agricolo, troppo alto e poco trasparente nelle sue fluttuazioni, a prendere decisioni più comprensibili e rapide, riferendosi all’inquadramento dei dipendenti delle imprese agromeccaniche, per lo più artigiane, e avviare progetti per la formazione. “Occorre incoraggiare i giovani, sostenendoli con posti di lavoro sicuri in modo che possano tornare a incrementare le nascite”, ha detto, esprimendo tutto lo slancio etico dell’associazione delle imprese al servizio dell’agricoltura e degli agricoltori. Intervenuto in video, anche l’assessore lombardo all’agricoltura Alessandro Beduschi ha sottolineato la qualità e l’etica che i contoterzisti portano in agricoltura: “Siete il braccio operativo e consentite di affrontare l’agricoltura con un’ottica di vera sostenibilità ambientale e permettete alle aziende agricole di restare al passo con le richieste della società”.
“L’assessore ha toccato il tema più importante per i contoterzisti, ma anche il più controverso”, ha detto il presidente di UNCAI Aproniano Tassinari riferendosi all’identificazione dei contoterzisti attraverso un albo professionale: “La regione Lombardia ha insegnato a tutti che l’albo è utile e necessario. L’Emilia Romagna l’ha seguita. Ma a Roma tutto si è bloccato perché c’è chi ha detto che nell’albo dei contoterzisti debbano entrare anche gli agricoltori. Ma che senso ha?”
Con il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, il presidente della commissione attività produttive, istruzione, formazione e occupazione di regione Lombardia Marcello Ventura (FdI), i consiglieri regionali Matteo Piloni (PD), e Riccardo Vitari (Lega) e il presidente della Provincia Mirko Signoroni, si è quindi parlato di formazione, di quanto di buono è già stato fatto e di quanto si potrebbe ancora realizzare: “la cultura e la tradizione agricole devono andare avanti con i giovani, ma la tecnologia avanza. La formazione è quindi fondamentale”, hanno detto.
Nel suo intervento il presidente della Libera agricoltori di Cremona Cesare Soldi ha parlato dei contoterzisti come motore dello sviluppo in agricoltura: “Sono convinto che nei prossimi anni aumenterà la loro cilindrata per la difficoltà a reperire manodopera, per le competenze necessarie a usare i mezzi agricoli più innovativi, e per la capacità di investimento”. Sulla stessa lunghezza d’onda la direttrice di Coldiretti Cremona Paola Bono: “La filiera deve intersecarsi con il contoterzismo. La carenza di manodopera richiede sempre più di appoggiarsi ai contoterzisti”.
Oggi però il contoterzista è costretto a lavorare sul filo del rasoio a causa dei costi raggiunti dalle materie prime e dal carburante. Entra così in campo la professionalità, l’innovazione meccanica, la digitalizzazione dell’impresa. “Il peso fiscale ha costretto alcune aziende a chiudere rendendosi conto che la coperta stava diventando troppo corta”, ha aggiunto il presidente di Apima Clevio Demicheli. “Negli ultimi 20 anni le aziende si sono quasi dimezzate, dobbiamo dire però che le restanti stanno diventando sempre più competitive con alta professionalità e pronte all’innovazione”. “L’agromeccanico diventa così sempre più un tassello fondamentale per il sistema gestionale di una azienda agricola”, ha proseguito Donato Rossi, delegato di Giunta nazionale Confagricoltura per l’agromeccanica che ha concluso gettando uno sguardo verso le proteste dei trattori: “Il clima cambia: da sei generazioni coltivo ulivi in Puglia, ma potrei dovermi spostare in Lombardia per rincorrere il clima più adatto. Tener conto dei cambiamenti climatici deve portare a politiche nazionali ed europee in difesa delle nostre aziende agricole, non volte ad annientarle. Il paradigma deve essere totalmente capovolto: il clima cambia, quindi difendiamo l’economia agricola”.