Manifestanti da ascoltare e capire
Protesta degli agricoltori tedeschi e assenza di consenso democratico nelle scelte green dell’Europa
“La politica europea per il net-zero ha commesso il grave errore di non tener conto della realtà e del parere dei cittadini”, afferma il presidente di UNCAI Aproniano Tassinari, riferendosi agli agricoltori e ai contoterzisti tedeschi che da oltre un mese manifestano contro il taglio dei sussidi al gasolio agricolo, presenti in Italia come in Germania, anche se con modalità e peso differenti. “Ogni volo pindarico verso utopie verdi, contro una maggioranza silenziosa perché già maggioranza, e in assenza di studi solidi, porterà fallimenti e licenziamenti. Le istituzioni europee devono rendersene conto e fare mea culpa”, prosegue il presidente di Uncai. “Già un mese fa abbiamo posto l’attenzione sull’illogica e dannosa demonizzazione del gasolio agricolo, non supportata dal consenso popolare e neppure dalla scienza, che non ha colore politico ma è di tutti e afferma a chiare lettere che l’elettrificazione del parco macchine è insostenibile da tutti i punti di vista”.
La protesta tedesca ha avuto un ampio sostegno popolare, ma è stata attaccata dai media e dalla politica, che hanno accusato gli agricoltori di essere di “estrema destra” ed “estremisti”, e li hanno associati al partito populista Alternativa per la Germania (Afd). Si tratta di accuse infondate, come dimostra il fatto che l’Afd ha ottenuto solo il 6% dei voti degli agricoltori nelle ultime elezioni regionali in Baviera, dove si concentra il 40% delle aziende agricole tedesche. “Si delegittimano i manifestanti per evitare di affrontare i problemi reali che li affliggono”, commenta Tassinari. “I piani per eliminare le agevolazioni fiscali sono un macigno per molte aziende agricole e agromeccaniche, che già sono in crisi. In Germania il numero di aziende agricole si è quasi dimezzato in vent’anni, passando da 450.000 nel 2001 a 256.000 nel 2022”.
Il presidente Tassinari chiede alle forze politiche italiane di prendere posizione su questi temi, in vista delle prossime elezioni europee. “Non possiamo chiudere un occhio sui problemi della Germania, che sono anche i nostri. In Europa si è deciso di imporre gli obiettivi net-zero con una legge che stigmatizza i cosiddetti sussidi ambientalmente dannosi, senza alcun controllo democratico o dibattito pubblico. Invece di parlare chiaro con i cittadini dei costi e degli impatti della transizione ecologica, i politici si affidano a soluzioni tecnologiche irrealistiche. Ma la realtà si è fatta sentire con una pandemia globale, una guerra in Ucraina e ora con la crisi del Mar Rosso, che hanno fatto salire l’inflazione e il prezzo del carburante. Le tasse verdi sono diventate insopportabili e rappresentano una minaccia esistenziale, oltre che una sfida economica persa in partenza”.