Servizi conto terzi professionali per sistemi di gestione agricola sempre più sostenibili in termini di performance economiche, ambientali, sociali ed energetiche
ROMA – Giunto alla 76a edizione, l’Annuario dell’agricoltura italiana 2022 del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) evidenzia come il 28% delle aziende agricole italiane si avvalga di servizi in conto terzi professionali, mentre solo l’1% delle aziende agricole svolge attività conto terzi per altri agricoltori, come attività connessa. “Tra le aziende agricole la tendenza è quella di preferire i servizi agromeccanici forniti da imprese professionali, piuttosto che da altri agricoltori in regime di connessione. Si conferma quindi la nostra intuizione di dotare il settore agricolo di uno strumento in grado di garantire e certificare la qualità, la professionalità e l’orientamento al cliente dei lavori in campo attraverso l’istituzione dell’albo professionale dei contoterzisti, avviato già in diverse regioni e proposto da Uncai anche a livello nazionale con un disegno di legge”, commenta Aproniano Tassinari, presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti.
“La superficie in affidamento completo a ditte contoterziste è stabile, raggiungendo circa 1,2 milioni di ettari, vale a dire quasi il 10% della SAU nazionale”, riassume il presidente di UNCAI Aproniano Tassinari. A livello geografico l’affidamento completo risulta più diffuso in Veneto, con il 13% circa della SAU lavorata con questa forma di gestione, seguito dalla Sicilia, Emilia-Romagna, Puglia (11%) e Lombardia (10%), mentre Abruzzo, Trentino Alto-Adige, Liguria e Valle d’Aosta sono quelle con la minore diffusione (meno del 2% della SAU regionale). Analoga distribuzione può essere osservata anche in relazione al numero di aziende che ricorrono all’affidamento completo. Considerando invece la superficie in affidamento parziale, sono in particolare le operazioni di raccolta meccanica e prima lavorazione ad essere affidate all’esterno dell’azienda (17%), seguite da semina (6%), aratura (5%), altre lavorazioni (5%) e fertilizzazione (3%). In termini geografici, Veneto ed Emilia-Romagna sono le regioni più rappresentative per tutte le operazioni colturali delegate con la formula dell’affidamento parziale.
Sempre in base ai dati censuari, se si considera la pesante contrazione delle aziende agricole (-31%) che si è verificata nel decennio 2010-20 insieme alla progressiva riduzione della superficie agricola utilizzata (-2,5%), con il conseguente aumento della dimensione media aziendale (nel 2020 pari a 11,2 ettari), si evince come si sia profondamente trasformato il rapporto di proprietà, impresa e lavoro in agricoltura. Questo ha comportato, si legge nell’Annuario, l’attuale configurazione che vede contrapposte da un lato unità produttive medio-grandi, sufficientemente competitive, e dall’altro piccole e micro aziende agricole. In questo contesto, la figura degli agromeccanici gioca un ruolo fondamentale. Il ricorso al contoterzismo, infatti, diviene quasi obbligatorio non solo per assicurare la permanenza sul mercato delle piccole imprese, ma anche nel caso di aziende più strutturate, che vogliono ottimizzare la gestione delle operazioni colturali in maniera efficiente. Questo soprattutto di fronte all’aumento della dimensione media delle aziende agricole italiane, che lascia intuire la difficoltà degli imprenditori agricoli nel sostenere investimenti relativi al rinnovo del parco macchine, a maggior ragione di quelli che consentono di applicare l’agricoltura 4.0. Nel caso, ad esempio, di macchine per la semina di grande potenza, che lavorano ad alta velocità su un’ampia larghezza di lavoro (per ridurre il numero dei passaggi e la quota di superficie calpestata), la loro adozione comporta investimenti notevoli per i quali l’estensione minima per poter gestire in proprio la semina non può essere inferiore ai 90-110 ettari.
“L’affidamento al contoterzista spesso è la scelta economicamente più vantaggiosa. Non solo. Cresce tra gli agricoltori la consapevolezza che ricorrere a servizi conto terzi professionali comporti anche dei vantaggi alla fertilità del suolo grazie all’applicazione di tecniche moderne e dei macchinari più efficienti ed efficaci da tutti i punti di vista. Il risultato sono maggiori rese per ettaro senza stressare o degradare il terreno”, prosegue il presidente Tassinari.
Quindi, si legge nell’Annuario dell’agricoltura italiana 2022, “lo strumento del contoterzismo conferma la sua capacità di contribuire a innovare i sistemi di gestione agricola modernizzandoli e rendendoli più sostenibili in termini di performance economiche, ambientali e sociali, contribuendo anche alla transizione energetica, essendo questa strettamente correlata alla diffusione della meccanizzazione agricola più avanzata, che ha nei contoterzisti i suoi principali acquirenti”.