Dopo due anni di stop ritorna il tradizionale appuntamento organizzato dalla Apiumai di Padova. Al centro il nuovo Albo regionale degli agromeccanici e il posto dei contoterzisti nella PAC
PADOVA – Duecento contoterzisti si sono dati appuntamento sabato 28 gennaio a Ospedaletto Euganeo, in provincia di Padova, in occasione della XXIII Giornata del Contoterzista. Per loro l’annuncio di una grande novità, l’approvazione dell’Albo regionale degli agromeccanici.
Organizzata dalla locale associazione di categoria, la Apiumai, con il contributo del Gruppo Dalla Vecchia (concessionario ufficiale New Holland, Steyr, Case e JBC) e pneumatici Michelin, sarebbe dovuta essere la XXV edizione: “A causa della pandemia da covid 19 siamo stati fermi due anni, oggi riprendiamo in piena sicurezza riempiendo la sala come da tradizione”, ha esordito il direttore di Apiumai, Francesco La Gamba.
Presa la parola, il presidente Damiano Merlin ha quindi ringraziato il Consiglio regionale veneto e, in particolare, il consigliere Filippo Rigo, per la decisione riprendere in mano la vecchia legge che, nel 2014, aveva istituito in Veneto un Albo degli agromeccanici, legge che però era rimasta monca di regolamento attuativo. Non solo, altra novità presentata al pubblico è stata la misura dello Sviluppo rurale regionale per favorire gli “investimenti produttivi non agricoli in aree rurali” che vede come beneficiari gli agromeccanici: “L’intervento prevede contributi per l’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature utilizzati nell’ambito dell’agricoltura conservativa, di precisione e a ridotto impatto ambientale”, ha spiegato il presidente di Apiumai che ha però aggiunto che “prima di cantare vittoria bisogna capire il budget messo a disposizione dei contoterzisti sia per la misura dello sviluppo rurale sia per i contoterzisti che si iscriveranno all’Albo. Il lavoro è ancora lungo ma siamo fiduciosi di arrivare ad avere il giusto riconoscimento in Regione dopo quasi 9 anni di attesa!”.
Sono invece 9 i miliardi che il Pnrr ha messo a disposizione degli agromeccanici e della bieticoltura 4.0 e 5.0, ha detto il presidente di Coprob, la cooperativa bieticoltori, Claudio Gallerani, intervenuto in video. Nel suo intervento ha sottolineato l’importanza dei contoterzisti per il settore saccarifero, dalla raccolta, oggi eseguita con il supporto di sensori, al carico e gestione delle bietole ripulite il più possibile dalla terra. “Oggi i contoterzisti sono fondamentali anche per raggiungere l’obiettivo di Coprob del 100% di superfici certificate SQNPI (Sistema Qualità Nazionale Produzione Integrata); per produrre, oltre allo zucchero, biometano e fertilizzante dalle calci delle bietole; per testare sempre più ettari di bietola a semina estiva-autunnale, dando così la possibilità di una seconda semina di soia”.
Presente alla Giornata del Contoterzista, il presidente di UNCAI Aproniano Tassinari ha, infine, posto l’attenzione sulla Politica agricola comune per il 2023-2027 e i contoterzisti: “La nuova Pac costringe gli agricoltori a diventare cacciatori di contributi, perché le opportunità ci sono, ma possono risultare difficili da riconoscere per le tante variabili in gioco. Diventa quindi fondamentale affidarsi alle associazioni come l’Apiumai per non perdere fondi essenziali alla nostra agricoltura. Ma rende sempre più centrali gli agromeccanici per consentire agli agricoltori di rispettare i nuovi obblighi ambientali della condizionalità rafforzata senza avventurarsi in investimenti non giustificati dai ridotti premi della nuova Pac”. La riconosciuta necessità in campo di agromeccanici professionali e delle nuove tecnologie 4.0 e 5.0 si scontra però con un dato preoccupante, ha aggiunto il presidente Tassinari: “La presenza dei giovani in agricoltura è scesa del 25%. Questo è anche il risultato di un modo scorretto di insegnarla negli istituti tecnici agrari. L’Europa chiede un cambio di passo green e alla base di questo cambiamento ha collocato le nuove tecnologie 4.0 e 5.0, i trattori a biometano, elettrici e a idrogeno. Il paradosso è che, nonostante le nostre pressioni, non sia ancora stato reintrodotto l’insegnamento della meccanica agraria nelle scuole di agraria. Come possiamo quindi pensare che le nuove generazione escano più preparate di quelle di una volta, sia tecnicamente sia alla vita di sacrifici che sempre richiedono i campi?”