Obiettivo della Cooperativa Coprob è riconquistare 4-5000 ettari in Veneto con la precision farming, i fondi del Pnrr, il biometano e le certificazioni bio e SQNPI. Centrale il forte legame con la comunità: tutti gli utili vengono ripartiti tra i soci bieticoltori e reinvestiti sul territorio. A Pontelongo (Padova) il progetto di uno stabilimento dove produrre fertilizzante dalle polpe della bietola in collaborazione con Timac Agro
La bieticoltura padovana resiste e si rilancia con un piano di sviluppo importante, di quelli che mancano da tempo al nostro Paese. La cooperativa di bieticoltori Coprob – Italia Zuccheri ha incontrato di recente i suoi stakeholder, vale a dire tutti gli attori della filiera bieticola. Presenti le associazioni agricole accanto a quelle agromeccaniche. Tra le seconde c’era l’Apiumai di Padova, l’associazione di agromeccanici aderente a Uncai accanto a Coprob sin da quando questa muoveva i suoi primi passi. A rappresentarla il suo direttore Francesco La Gamba.
L’incontro si è svolto nella sede del Comune di Pontelongo, in provincia di Padova. Qui, infatti, si trova uno dei due zuccherifici di Coprob, l’altro è a Minerbio, nel bolognese. La scelta di incontrarsi in Comune e non nello stabilimento non nasce a caso, ma sta a significare il fortissimo legame con la comunità: Coprob cresce anno dopo anno in simbiosi con il suo territorio.
Al termine della riunione, mentre la sala si svuotava per andare a degustare le mozzarelle e il salame di bufala della Società agricola Scacco (socia Apiumai), il presidente di Coprob Claudio Gallerani ha risposto volentieri ad alcune nostre domande. Il punto di partenza era la riduzione del numero di ettari coltivati a barbabietola registrato in Veneto nel 2022 e cosa ha intenzione di fare Coprob per invertire la tendenza e tornare a un bacino di 12-14.000 ettari.
Occorre spiegare bene agli agricoltori che coltivare bietole è ancora un’opportunità, un valore per tutta la filiera e per l’indotto, ma come?
“È un momento di forte ripartenza del settore dovuta alla grande richiesta di zucchero nazionale sul mercato, ai prezzi molto interessanti e a un margine per agricoltore legato allo sviluppo del biometano. Il nuovo modello di calcolo del prezzo delle bietole che cresce parallelamente a quello dello zucchero (che oggi supera i 1000 €/t), proietta le bietole della campagna 2023 a oltre 60 €/t. Ma occorre prima di tutto far lavorare gli stabilimenti a pieno regime per avere un ritorno economico soddisfacente per tutti e quest’anno a Pontelongo sono mancati 4-5000 ettari”.
In effetti, rispetto agli anni scorsi, nel 2022 non si è vista la consueta fila di rimorchi ai cancelli di Pontelongo.
“La campagna 2022 – la sessantesima per Coprob – è stata segnata da una siccità e un caldo eccezionali che hanno causato una riduzione del 25-30% della produzione di zucchero per ettaro rispetto al 2021. Nonostante questo, il bilancio della Cooperativa sarà un bilancio positivo. Questo grazie agli agricoltori che quest’anno hanno messo le bietole più per passione che per reddito. Fondamentale, poi, è aver bloccato il prezzo del gas per il triennio 2021-2023 mediamente a 0,22 €/mc. Questo ci ha permesso di pagare il 60% delle bietole entro 30 giorni dalla consegna e contiamo di saldare il conto entro Natale. In Coprob la condivisione degli utili è reale. Non vendiamo al ribasso come la francese Eridania che esporta in Italia il surplus, Coprob lavora soprattutto sulla distintività del prodotto ed è riuscita a incrementare le vendite dell’11%”.
Il trend climatico però è questo. Dobbiamo attenderci sempre più estati calde e con poca acqua.
“La barbabietola resta comunque una delle colture più resistenti al cambiamento climatico e dove si è potuto irrigare i risultati sono stati migliori. È fondamentale poter portare acqua dove non è ancora disponibile”.
L’Italia pecca però di indolenza quando si tratta di rinforzare o ammodernare le infrastrutture idriche. Forse non conviene fare troppo affidamento su miglioramenti in questo settore.
“Puntiamo a una nuova bieticoltura più semplice e produttiva e più resistente al cercostress grazie alla nuova genetica che consente di ridurre gli input e migliorare la produttività. Inoltre stiamo testando la semina autunnale. Lo scorso anno sono stati seminati 400 ettari, quest’anno puntiamo a raggiungere i mille. I risultati sono incoraggianti ed è sicuramente una strada per coltivare la barbabietola, con copertura invernale dei terreni e piena maturazione a fine giugno, limitando in questo modo i danni del caldo e della siccità estivi e riducendo i costi. Non dimentichiamo, poi, che la barbabietola è una coltura miglioratrice. Portarla in rotazione, diversificare significa arrivare a produrre più mais e grano fino al 30% di plv”.
Parlava di distintività e mi vengono in mente i sacchetti Italia Zuccheri con i volti dei vostri soci bieticoltori. Ma anche un prodotto color caramello. Sembra quello di canna ma non lo è.
“Sì, Coprob dal 2019 ha avviato al filiera biologica, oggi arrivata a 2000 ettari. Ci sono obiettivi di crescita di produttività e superfici importanti e si sta lavorando per costruire il mercato dello zucchero bio da bietola, finora dominato dalla canna”.
Uno sbocco in più sul mercato. I consumatori sono sempre più attenti a ciò che acquistano e alle novità.
“Sono sempre più attenti anche ai metodi di produzione. Per questo nel 2020, su sollecitazione oltre che del mercato anche del Mipaaf e della Regione, abbiamo avviato la conversione della filiera convenzionale in SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata) e nella campagna 2022 abbiamo raggiunto i 16.000 ettari tra Veneto ed Emilia. Il nostro obiettivo è, infatti, quello di una bieticoltura produttiva per l’azienda agricola e sostenibile per l’ambiente”.
Obiettivo difficile da raggiungere viste alcune decisioni prese di recente da Bruxelles…
“Prima di ritirare molecole dal mercato occorrerebbe avere pronta l’alternativa per non perdere in produttività. In ogni caso, puntiamo a certificare il nostro zucchero SQNPI e bio entro il 2024, digitalizzando tutta la filiera, con applicazione della precision farming, della robotizzazione di semine e sarchiature e con la misurazione in campo delle produzioni, dal peso, alla tara alla polarizzazione”.
Di cosa ha bisogno l’azienda agricola in questa transizione SQNPI e bio?
“Prima di tutto le serve un supporto per la documentazione e la digitalizzazione che va oltre la filiera e che vede nelle organizzazioni professionali e bieticole gli interlocutori giusti”.
Gli agromeccanici possono essere d’aiuto?
“Certo. Con gli agromeccanici dobbiamo fare un grande lavoro, perché, come dicevo, si sono perse tante superfici e le piccole aziende agricole da sole non non possono investire nelle bietole. Inoltre i contoterzisti sono fondamentali per portare in campo gli strumenti della precision farming, come le mappe di prescrizione e di produzione, il pieno controllo di sezioni e dosaggi variabili degli input”.
Da parte vostra come vi state muovendo?
“Coprob sta mettendo a terra il piano di filiera legato al Pnrr che prevede 50 milioni di euro per il settore bieticolo, di cui il 40% a fondo perduto. Circa 9-10 milioni sono a disposizione delle aziende agricole e agromeccaniche e si sommano agli investimenti compiuti in questi anni da alcuni terzisti”.
Investirete sugli stabilimenti di Pontelongo e Minerbio?
“Coprob è pronta a investire 25 milioni di questi fondi nelle fabbriche. Realizzeremo nei prossimi anni CGBI (la Confederazione Generale Bieticoltori Italiani) 10 impianti di produzione di biometano alimentati con le polpe degli zuccherifici, residui agricoli, secondi raccolti e reflui zootecnici. In alcuni casi, come a Pontelongo, si tratterà di riconversione di impianti di biogas. L’obiettivo è raggiungere il 50% dell’energia di cui hanno bisogno gli stabilimenti (20 milioni di mc di gas su 40). Inoltre le aziende potrebbero recuperare dalle polpe della bietola i 5 euro che l’Europa ha tolto alla bietola. Stiamo inoltre studiando con Timac Agro la realizzazione a Pontelongo di un impianto di produzione del fertilizzante Energeo, realizzato a partire dalle calci pressate dello zuccherificio. L’obiettivo è sviluppare un mercato di Energeo, visti soprattutto i prezzi raggiunti dai fertilizzanti. Lo sviluppo di Coprob andrà quindi a consolidare il progetto di economia circolare già avviato in questi anni con un ritorno economico sulle stesse aziende e sul territorio. La filiera bieticolo saccarifera italiana, ricordo, è di proprietà dei produttori stessi”.
In generale, cosa ritiene debba essere fatto per migliorare la situazione energetica dell’Italia?
“Occorrerebbe tornare a estrarre il metano in Adriatico per ricavare quei 13 miliardi di mc di qualche anno fa che oggi ci mancano. C’è poi il fotovoltaico, da ampliare soprattutto al sud. Coprob installerà quanti più pannelli sui tetti sia degli zuccherifici attivi sia di quelli non più attivi. Ma è necessario tornare a guardare all’atomo. È finita l’epoca della competizione globale, vogliamo tornare a puntare a produrre il nostro cibo e la nostra energia, soprattutto qua”.
Oltre agli investimenti sugli stabilimenti, sulla precision farming e sul miglioramento genetico state investendo anche su nuovi prodotti?
“Sì. Stiamo lavorando su uno zucchero con più fibre di barbabietole particolarmente adatto a chi soffre di celiachia e altre patologie e agli sportivi”.