Il Piano strategico nazionale per la Pac ‘23-’27 può sostenere maggiormente la sicurezza del lavoro con le leve della formazione digitale e il riconoscimento degli agromeccanici professionali
Maggiore sicurezza nelle condizioni di lavoro. Il Piano strategico nazionale per la Pac ‘23-’27 può essere più incisivo e coraggioso nella destinazione dei fondi per sostenere la sicurezza agromeccanica. Gli strumenti individuati sono di tre tipi: investimenti per migliorare le condizioni operative degli ambienti e delle attività di lavoro, servizi di consulenza tecnica e attività di formazione. “Nelle 1500 pagine del Piano manca però totalmente la correlazione tra la nuova agricoltura digitale e interconnessa e la sicurezza in ogni sua declinazione, sul lavoro, ambientale e alimentare. Riteniamo possa essere utile integrare il Piano con una strategia sulla sicurezza che faccia leva proprio su questa correlazione, senza toccare gli equilibri raggiunti tra primo e secondo pilastro”, afferma il presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici UNCAI Aproniano Tassinari.
Lo sviluppo della sensoristica sulle macchine agricole, i sistemi di digitalizzazione e di localizzazione georeferenziata del territorio, il ricorso a software sempre più evoluti, l’intelligenza artificiale e la robotica sono supporti alla conduzione e gestione aziendale, che non sostituiscono il lavoratore nello svolgimento delle diverse mansioni, ma aumentano produttività, tracciabilità e sicurezza del lavoro e richiedono un minor impegno fisico. “Oggi l’implementazione di innovazione, digitalizzazione e sicurezza richiede le medesime strutture, dimostrazioni, competenze e tempi. Sicurezza e innovazione sono entrambe inutili senza una comune base formativa, per questo può risultare conveniente un approccio integrato”, prosegue il presidente UNCAI che conclude osservando come in Italia vi siano le competenze tecnico-scientifiche per portare avanti questo tipo di strategia, “ma serve a monte una forma di sostegno o riconoscimento a chi investe e fa funzionare tali tecnologie al 100%, dal campo alla tavola, vale a dire le imprese agromeccaniche professionali”.