Le proposte di Uncai in vista del Tavolo di partenariato nazionale per l’attuazione della Politica agricola comune post 2020 dell’8 settembre
Roma, 27 agosto ‘21 – Fra pochi giorni, l’8 settembre, si riunirà il Tavolo di partenariato nazionale per l’attuazione della Politica agricola comune post 2020. All’incontro parteciperà anche Uncai. “È di vitale importanza – sottolinea il presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti Aproniano Tassinari – che in quella occasione si avanzino proposte tenendo presente lo studio commissionato dalla Centro di Ricerca della Commissione europea sui potenziali effetti degli obiettivi delle strategie Farm to Fork e Biodiversità nel quadro degli obiettivi climatici 2030 e della PC posto 2020”.
In base alla ricerca è possibile raggiungere gli obiettivi del Green Deal (riduzione del 50% dei prodotti per la protezione delle piante, 20% in meno di fertilizzanti, 10% di superficie agricola dedicata ad usi non produttivi, 25% della superficie destinata al biologico) solo riducendo notevolmente la produzione agricola europea e il reddito agricolo, con una conseguente rilocalizzazione di una quota significativa delle emissioni di gas serra e ammoniaca in Paesi extra UE. “L’Europa dovrà aumentare le importazioni di prodotti agricoli, contraddicendo i propositi di autosufficienza alimentare espressi solo dodici mesi fa come risposta sensata ai rischi connessi alla pandemia”, aggiunge il presidente Tassinari.
Tuttavia, per Uncai, è ancora possibile dare un deciso indirizzo ambientale alla Pac post 2020 destinando più fondi all’agricoltura di precisione e all’acquisto di macchine dirette a ridurre l’uso di input chimici di sintesi, “senza però speculare su percentuali di riduzione che metterebbero solo in serio pericolo la sostenibilità economica dell’agricoltura europea”, specifica il presidente Uncai.
La sfida di una Pac in linea con i principi della transizione agroecologica dovrebbe, inoltre, passare dal riconoscimento di bonus agli agricoltori che si coordinano con contoterzisti certificati. “Per superare i limiti della frammentazione fondiaria, per rafforzare le funzioni chiave dei sistemi alimentari e per favorire la fornitura di servizi ecosistemici efficienti, occorre riformare il sistema della conoscenza”, prosegue Aproniano Tassinari. Per questo motivo, tra le strategie della cosiddetta “agroecologia”, c'è la mobilitazione delle conoscenze attraverso l’adozione di un approccio partecipativo alla diffusione delle innovazioni tecniche, sociali e organizzative su base territoriale. “L’approccio partecipativo, però, può trovare efficace implementazione solo con il coinvolgimento diretto dei contoterzisti, i maestri dell’agricoltura di precisione e digitale, garanzia di sicurezza sul lavoro e professionisti sempre orientati al cliente, l’agricoltore, e alla conservazione delle risorse naturali”, conclude Tassinari.