L’Unione Nazionale dei Contoterzisti Agromeccanici e Industriali – UNCAI ha chiesto al Ministero dei trasporti di modificare il limite di lunghezza dei convogli agricoli, fissato nell’articolo 104 del Codice della strada in 16,50 metri (compresi eventuali attacchi). Un limite, a detta dell’Unione, anacronistico per chi intende produrre di più con meno, e che dovrebbe pertanto essere portato almeno a 19 metri.
I mezzi e gli attrezzi agricoli più performanti, insieme ad alcune lavorazioni del terreno, portano a superare sistematicamente questo limite. Un contoterzista che desiderasse arricchire la propria offerta di servizi con la minima lavorazione e per questo acquistasse un attrezzo combinato del costruttore leader in questo genere di operazioni colturali, molto probabilmente scoprirebbe di essere fuori legge. Infatti, per preparare il terreno in un unico passaggio, come chiede la minima lavorazione, occorre un trattore abbastanza veloce e potente, sopra i 600 cv, che difficilmente misurerà meno di 8 metri, invece le migliori attrezzature per la minima lavorazione presenti sul mercato possono raggiunge gli 11 metri con il risultato di superare abbondantemente i 16,50 metri. Un paradosso, soprattutto perché la minima lavorazione è tra gli interventi agromeccanici più rispettosi del suolo e dell’ambiente, grazie a una minore compattazione del terreno e al dimezzamento delle emissioni di CO2. Il risultato è che il contoterzista deve organizzare i trasferimenti su strada con mezzi di appoggio e personale aggiuntivo.
Sono, invece, da tempo noti al Ministero dei trasporti le problematiche inerenti le tradizionali operazioni di trebbiatura e di trincia: anche in questi casi l’aggiunta del carrello portabarra fa superare il limite di 16,50 metri con casi estremi nei quali si potrebbero superare i 20 metri, ed anche in questo caso il contoterzista deve organizzarsi con mezzi di supporto e personale aggiuntivo per svolgere la lavorazione agromeccanica, con maggiori costi ed emissioni.