Tassinari: “Sottratta liquidità immediata ai contoterzisti pur di mantenere un meccanismo inutile e barocco perché superato nella lotta all’evasione fiscale dalla fatturazione elettronica”
ROMA, 26 giugno 2020 – “Lo split payment deve scomparire, ci auguriamo che il Governo ci ripensi in fretta, anzi vogliamo credere che si sia trattata di una decisione frettolosa e non collegiale. Nella lotta all'evasione fiscale la ‘scissione dei pagamenti’ è stata superata dalla fatturazione elettronica. Oggi mantenere un meccanismo che presume l’infedeltà del contribuente ha come conseguenza la mancata liquidità dell'Iva incassata e quindi una limitazione dei diritti del contribuente”, con queste parole il presidente dell'Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali (UNCAI) Aproniano Tassinari commenta la proroga di 3 anni, fino al 30 giugno 2023, del cosiddetto split payment, chiesta e ottenuta dal Governo Conte Bis al Consiglio dell'Unione europea.
“La proroga di 3 anni del regime in scadenza il 30 giugno prossimo va in direzione opposta rispetto alle tante parole spese per la semplificazione”, aggiunge il presidente UNCAI nel ricordare che con lo split payment la pubblica amministrazione trattiene l’Iva dei propri fornitori di beni e servizi per versarla direttamente allo Stato.
Il meccanismo della “scissione dei pagamenti” ha reso più complessa la gestione finanziaria delle imprese conto terzi che hanno tra i loro committenti le pubbliche amministrazioni. Oltre a essere fornitori di servizi, i contoterzisti sono a loro volta acquirenti, cioè pagano l’Iva ai propri fornitori e poi la scaricano, cioè la ottengono indietro dal fisco: “Peccato che l’'Italia sia fanalino di coda nel rimborso dei crediti Iva con una media di 63 settimane (in Europa in media sono 16 settimane) e la compensazione tra crediti e debiti Iva sia diventata più costosa perché con l'introduzione dello split payment si sono aggiunti degli oneri amministrativi. Insomma, lo Stato incassa subito e paga dopo oltre un anno, e chi ne fa le spese sono gli imprenditori”, conclude Tassinari.