Efficienza ed economia in campo con i contoterzisti
Intervento del presidente di UNCAI Tassinari all’incontro a Bertinoro dell’Associazione Italiana Foraggi Essiccati- AIFE
FORLÌ-CESENA - “Per la competitività e la sostenibilità ambientale servono più trattori e più attrezzature digitali e di precisione. Il parco macchine al servizio dell’agricoltura italiana è obsoleto, ma il suo ringiovanimento non può essere lasciato alle aziende agricole che, per dimensioni medie e obiettivi imprenditoriali, dubito possano avere un ritorno economico investendo centinaia di migliaia di euro in macchinari. Occorre, invece, un approccio collaborativo e di filiera, demandando l’aggiornamento tecnologico in campo ai contoterzisti”, ha detto il Presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali – UNCAI Aproniano Tassinari, in occasione dell’incontro organizzato a Bertinoro dall’Associazione Italiana Foraggi Essiccati - Aife e da Agrilinea Tv “La filiera del foraggio orientata al benessere animale e alla nostra alimentazione”.
“L’agricoltura italiana è storicamente legata al contoterzismo. Un aspetto che la potrebbe avvantaggiare rispetto ai competitor internazionali. Grazie agli agromeccanici, infatti, il settore primario italiano avrebbe la forza di rinnovare le proprie tecnologie velocemente. Occorre però porre fine agli individualismi, fare squadra; e che la politica se ne accorga”, ha aggiunto.
La necessità di fare squadra è stata il filo conduttore anche della riflessione del parlamentare europeo Paolo De Castro, presente all’incontro: “Oggi, gran parte del lavoro dell'imprenditore agricolo è fuori dall'azienda. Occorrono capacità organizzative, logistiche e conoscenza del mercato. Non basta più fare un buon prodotto. Trasformarlo in reddito è un altro mestiere e per arrivare sul mercato occorre organizzarsi commercialmente, dimostrandosi capaci di stare insieme”, ha detto.
Riccardo Severi, vice presidente e direttore Aife, ha, infine, esposto il caso dell’erba medica italiana esportata con successo in Cina: “Si arriva in Cina grazie a imprenditori e stabilimenti che investono per rendere gli impianti sempre più efficienti. Si arriva grazie agli accordi bilaterali stretti dall’Unione europea con altri Paesi; grazie alla capacità di portare a Bruxelles le problematiche del proprio settore; grazie all’accreditamento del ministero. Ma alla base deve essere una filiera inclusiva, con contoterzisti, produttori e trasformatori”.