Bilancio delle imprese agromeccaniche a rischio
Ovunque macchine ferme nei capannoni, rischio terreni lasciati incolti perché ripristinarli è un costo non previsto. Serve il sostegno immediato delle Istituzioni. Molto seria la situazione nell’Alta Valle del Tevere
ROMA, 30 maggio 2019 – Il maltempo e le basse temperature di maggio hanno ormai compromesso i bilanci di numerose aziende agromeccaniche. “Nelle ultime settimane i Contoterzisti sono rimasti fermi e le loro macchine nei capannoni, anziché nei campi per semine, trattamenti, sfalci o trapianti. La situazione è grave, con terzisti che subiranno forti perdite economiche dovute ai tanti investimenti effettuati in attrezzature e parco macchine e al mancato reddito di queste settimane di continue piogge”, lancia l’allarme il presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti Aproniano Tassinari. “La situazione è al limite. Non si contano le aziende in difficoltà in tutta Italia. In ordine di tempo l’ultimo SOS ci è giunto dall’Umbria e dall’Alta Valle del Tevere dove il tabacco Bright e Kentucky sono in abbondante ritardo con le lavorazioni e le trapiantature. La situazione non cambia con gli ortaggi, l’olivicoltura, la frutticoltura, i cereali e il settore vinicolo data l’impossibilità di entrare con le macchine nei campi per proteggere le colture da patogeni fungini, insetti e agenti crittogamici”, prosegue il presidente dei Contoterzisti dell’Umbria Sergio Bambagiotti.
Occorre che le Istituzioni affrontino immediatamente la situazione e si trovino insieme le soluzioni. “In particolare Uncai è vicina ad agricoltori, allevatori e contoterzisti dell’Alta Valle del Tevere Umbro-Toscana che hanno chiesto alle Istituzioni di dichiarare lo Stato di Calamità Naturale prima che qualcuno di loro si trovi costretto a prendere decisioni drastiche e irrevocabili. Occorre recuperare il recuperabile, agire presto e bene, con sgravi fiscali ma anche congelando le rate dei mutui per i macchinari. Occorre che le Istituzioni coprano i costi per il ripristino immediato dei terreni allagati e compromessi dalle piogge. Anche se ci saranno cali produttivi, non devono essere lasciati incolti per tutta l’annata. Non si può abbandonare un settore già di per se in grande difficoltà”, conclude Tassinari.