L’incomprensione, più o meno voluta, delle norme determina l’attuale disinformazione su trasporti agricoli, attività connesse, contoterzismo e gasolio agricolo agevolato
ROMA, 29 GIUGNO – Esiste un concreto pericolo disinformazione per migliaia di agricoltori e contoterzisti impegnati a trasportare dei prodotti con i propri mezzi. In contraddizione con il Codice della strada (art. 57), l’organo di informazione di un’impostante associazione di categoria ha scritto che il solo trasporto per conto terzi con macchine agricole non è autorizzato, prerogativa che avrebbero solo gli autotrasportatori iscritti all’apposito albo. “Tali trasporti sono leciti”, sottolinea il direttore dei Contoterzisti lombardi Fabrizio Canesi, che fa l’esempio del trasferimento di una partita di mais dal silo dell’azienda agricola alla ditta commerciale che lo acquista. “In questi casi la sola cosa vietata è l’uso di gasolio agricolo agevolato, consentito per le sole lavorazioni in campo e per coprire il percorso dal campo all’azienda. Ma il riferimento normativo non è il Codice della strada, che si occupa di circolazione e sicurezza, ma il DM 454/2001.”
L’impressione che si voglia precludere ai contoterzisti una fetta importante del loro lavoro, che oltre alle lavorazioni in campo si estende alla logistica, è confermata da una seconda fake news che ha come oggetto le attività connesse delle aziende agricole. “Taluni sostengono che per il loro svolgimento è consentito l’uso di gasolio agricolo agevolato. Falso. Il carburante agevolato spetta alle aziende agricole, ma solo per le lavorazioni agricole sui propri terreni, e alle imprese agromeccaniche iscritte alla Camera di commercio, ma, si badi bene, non alle attività connesse svolte dagli agricoltori, perché questi godono già di un regime fiscale più vantaggioso rispetto ai contoterzisti. Il DM 454/2001 non consente equivoci di sorta”.
Gran parte delle lavorazioni agricole specializzate, dalla semina di precisione, ai trattamenti fino alla trebbiatura è svolto dai Contoterzisti che sono i soli professionisti in grado di permettersi i mezzi più sofisticati e moderni. “Ormai le aziende agricole vengono sempre più invitate a ridurre il più possibile il proprio parco macchine e dare in gestione agli agromeccanici i terreni, esternalizzando la quasi totalità delle operazioni in campo. Per questo tutelare le imprese agromeccaniche dagli equivoci e dalle interpretazioni distorte delle leggi vuol dire anche tutelare l’agricoltura italiana”, conclude Canesi.